VIDICON MILANO

A cura di Arty & Elo e Andrea Capriolo

Via Correggio 18, primavera del 1980: all’interno del capannone in disuso nell’occupazione di via Correggio
18, un gruppo di studenti di Brera apre il Vidicon, un locale di sperimentazione artistica che riuscì a creare
un momento di rottura nell'ambito culturale milanese dei primi anni Ottanta; nei soli 8 mesi di apertura,
mostre d’arte, proiezioni cinematografiche e serate “a tema”, ma soprattutto concerti punk e new-wave,
animarono il “fortino” di Correggio 18, fino a quel tempo sede di dibattito politico e di militanza attiva della
“nuova sinistra”. X-Rated, HCH, Kandeggina Gang, i bolognesi Confusional Quartet, i punk londinesi The
Carpettes, ma anche sonorità d’oltreoceano, spalancarono le porte ai nuovi soggetti giovanili di nuova
ascesa, nella Milano del post-Settantasette.
Questo generò uno scontro/incontro tra soggettività discordi – i membri del Vidicon e gli occupanti di
Correggio 18 – che con il libro Vidicon Milano si è voluto presentare; gli anni Ottanta, di fatti, ancora oggi
sono considerati uno spartiacque nella cultura italiana, presi tra i tentativi di continuità con le dinamiche “di
piazza” degli anni Settanta, e la morsa del riflusso – della “Milano da bere” e della città della moda – e del
“pensiero debole”.

La storia del Vidicon, potrebbe raccontare qualcosa di diverso. Un "qualcosa di diverso" soprattutto rispetto
alla narrazione dominante, e addomesticata, sul post-Settantasette.