“19:35” di Paolo Terlizzi

Mostra fotografica

Immagine “19:35” di Paolo Terlizzi
Fotografie e testi di Paolo Terlizzi
Poesie di marco russo

dal 15 gennaio al 28 febbraio da Germi

Crediamo nell’incontro, nell’interazione e nella condivisione dei talenti. Ci siamo messi in viaggio insieme, insieme abbiamo sentito l’esigenza di raggiungere e visitare luoghi impervi, isolati, fermi nel tempo immobile dell’abbandono. Alianello, Apice, Calitri, Conza della Campania, Senerchia, Romagnano al monte, Tocco Caudio, Tocco Vecchio… L’abbandono esiste solo per il passo che vi si inoltra, l’occhio che vi si sofferma, l’orecchio che origlia e ascolta. Indelebili nella nostra memoria di bambini, tremendi, quei novanta secondi del 23 novembre ’80 ci avevano solo sfiorati, toccati – noi, distanti qualche centinaio di chilometri dall’epicentro del sisma – solo marginalmente. Abbiamo voluto sentire, vedere, capire. Più di ogni altra cosa, abbiamo voluto scambiarci (di solito davanti a un bicchiere, la sera a tavola, di ritorno dalle nostre personali esplorazioni) suggestioni, impressioni, riflessioni, evocazioni.

È nato così un progetto di comunicazione dialogica tra immagine fotografica e poesia, che Paolo Terlizzi ha presentato per la prima volta on line poco più di un anno fa, in occasione del quarantennale del terremoto dell’Irpinia. Senza un occhio che sappia guardarle, le rovine – dice l’antropologo Marc Augé – restano macerie, e il diroccato, il dirupato, il decrepito – tutto sembra uguale. Da qui le raccomandazioni alla mia imprudenza: camminare sui bordi, tastare attentamente i solai, non fidarsi delle travi sbilenche. In ogni viaggio, Joseph Narangio ha curato la scelta e il commento musicale, assecondando il silenzio delle soste notturne e suggerendo letture sonore dei luoghi, come l’intuizione di sciogliere le briglie ai Virginiana Miller nello spazio fuori dal tempo che circonda la stazione dismessa di Romagnano. Questo intreccio di parole, immagini e suoni si ricomporrà dal vivo, durante la serata di presentazione, in una mostra-esperimento che intende far rivivere emozioni spesso indecifrabili, spiazzanti, generate dal pieno dell’assenza: lì dove non vi fu “ricostruzione”, dove “prevalse l’ipotesi dell’abbandono”, dove “sei millenni finirono in un giorno”.    

www.diciannovetrentacinque.com/
Foto e testi: Paolo Terlizzi
Poesie: Marco Russo
Musica e sonorizzazioni dal vivo a cura di Joseph Narangio
Voce narrante: Marco Russo